A Kahla in memoria di Francesco Gervasoni

Il 12 e il 13 maggio 2023, il Sindaco Paolo Gobbi, su invito di “Förderverein “Mahn – und Gedenkstätte Walpersberg” e. V. Sitz Kahla”, si è recato a Kahla per il “Giorno del Ricordo” in memoria del concittadino Francesco Gervasoni deportato politico e morto nella fabbrica nel campo di lavoro del Reimahg.

Francesco Gervasoni era un operaio della Pirelli. Lavorava nel settore gomme. Era nato nel 1904 e risiedeva a Vignate. Nell’autunno del 1944 torna in fabbrica dopo una settimana di malattia. Ma quel giorno il 23 novembre i lavoratori sono in sciopero e lui aderisce. Sarà catturato dalle SS con altri operai – 183 – e portato nel carcere di San Vittore a Milano. Da lì con altri 156 compagni sarà deportato in Germania.

Morirà di fame e di stenti dopo soli 3 mesi dal suo arrivo nel lager nazista di Khala in Turingia.

Negli scorsi anni, su iniziativa del compianto professor Giorgio Gorla, una classe della scuola secondaria dell’Istituto Comprensivo Carlo Levi di Vignate ha preparato una ricerca su Francesco Gervasoni ed ha chiesto all’Amministrazione comunale di Vignate di fare memoria e di intitolargli una via.

Il 23 novembre 2019 è stata intitolata una via di Vignate a Francesco Gervasoni e, proprio in quell’occasione, il Sindaco prese l’impegno con i ragazzi di andare a portare il nome di Vignate nei luoghi in cui è stato deportato ed è morto.

Nel 2020 e negli anni successivi questo non è stato possibile. Nel maggio del 2023 si è tornati a celebrare in modo completo le giornate del ricordo a Kahla, giornate a cui è stato invitato il Sindaco che, insieme alla nuora di Francesco, si è recato a Kahla a rendere omaggio ad un vignatese, strappato dalla sua famiglia e dalla sua comunità in modo brutale e che riposta lontano dalla sua terra natale.

Di seguito il discorso tenuto dal Sindaco presso il memoriale di Kahla.

“Buongiorno a tutti e grazie per avermi invitato.
È con immenso piacere che mi trovo qui tra voi oggi a rappresentare la mia comunità per fare memoria.
Un grazie particolare va a Pinuccia Curti per il suo lavoro di ricerca e per aver stimolato la nostra comunità a ricordare chi era Francesco Gervasoni.
Con la mia presenza qui oggi voglio portare la voce dei ragazzi delle scuole medie di Vignate che grazie al lavoro fatto con il compianto professor Giorgio Gorla hanno conosciuto la storia dei deportati politici e in particolare la storia di Francesco Gervasoni e mi hanno chiesto di fare memoria di questa storia. Per questo motivo a Vignate abbiamo dedicato una via a Gervasoni e voglio oggi, con questa mia visita, creare un collegamento tra Kahla e Vignate. Un collegamento che attraversa le storie di queste due comunità, una storia tragica che deve però essere ricordata affinché l’uomo non commetta più gli errori del passato.
La storia di Francesco Gervasoni ci aiuta a ricordare gli orrori della deportazione, deportazione che ha causato la morte di tantissimi italiani nei campi di lavoro.
La storia di Francesco Gervasoni ci racconta di un deportato politico che è stato strappato improvvisamente dalla sua famiglia semplicemente perché aveva deciso di scioperare sul posto di lavoro.
Da padre posso provare ad immaginare i pensieri di Francesco in quella triste mattina quando è stato arrestato e messo su un vagone di un treno per partire verso la Germania, pensieri racchiusi in un piccolo messaggio su un foglio di carta che è riuscito a far recapitare alla sua famiglia gettandolo dal treno in corsa mentre passava nelle campagne di Vignate. Dopo quel messaggio, il nulla.
Il nulla in cui Pinuccia si è messa a cercare per trovare questa storia che voi tutti conoscete e che ci ha portato qui oggi a ricordare.
Vedere questi campi, queste fabbriche, questo memoriale è davvero toccante, il pensiero che l’uomo possa aver arrecato tanto dolore e in questo modo nei suoi simili è qualcosa che non si può immaginare neanche nelle bestie.
È fondamentale fare memoria perché questa storia deve essere conosciuta, perché il dolore che hanno provato i deportati morti in questi luoghi non deve essere dimenticato, perché le vite spezzate per scelta di un regime politico devono essere tutte messe in conto a chi ancora ha il coraggio di negare gli orrori del regime nazifascista.
Francesco è un vignatese che sarà ricordato per sempre perché la sua storia ci deve insegnare.
Noi tutti, che conosciamo la storia di Francesco Gervasoni, siamo chiamati ad essere testimoni, testimoni di quanto male può fare l’uomo, testimoni di cosa è successo e dobbiamo insegnare questo alle nuove generazioni affinché crescano con la consapevolezza di cosa è successo nel secolo scorso nel cuore dell’Europa e vigilino ogni giorno affinché la storia non si ripeta.
Grazie ancora e buona memoria a tutti.”
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